Giugno, 2017

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Se leggi, la magia… ti porterà via!

Non è facile convincere i bambini a leggere. Alcuni leggono tantissimo e con piacere, altri proprio non ce la fanno!

Che fatica scegliere un libro nuovo, quando non si ha voglia di leggerlo!

“Controlliamo il numero delle pagine, quante figure ha, ma sono abbastanza grandi? Il carattere con il quale è stampato… Uhm… Il titolo,  è abbastanza attraente? L’impaginazione è gradevole!? Quali sono le dimensioni del carattere? E lo spazio fra una riga e l’altra… quanto ci metteremo a leggerlo?”

“Leggi questo che è corto!” “Mah, mi pare che sia scritto troppo piccolo! E’  per bimbi grandi. Ne scelgo un altro!”

Ragazzi, quest’anno non leggeremo libri MA ognuno di voi potrà presentare un libro che ha già letto e gli è particolarmente piaciuto! A casa preparerete un volantino pubblicitario con uno slogan che serva ad attirare gli altri ragazzi e ad accendere la loro curiosità, al punto di stimolarli a dichiarare che sarebbero disposti a leggerlo! Dovrete fotocopiare il volantino, distribuirlo ai compagni e infine cercare di presentare oralmente il vostro libro preferito  in modo accattivante… Proviamo?

LA SFIDA è LANCIATA! Riusciranno i ragazzi a convincere i compagni a leggere il loro libro preferito?

              

Leggere è bello e istruttivo, ancor più bello se è scritto in corsivo.

             

Leggere fa volare la fantasia.

Se ti appassiona un libro non fartelo scappare.

Se leggi un libro di fantasia siamo contenti, io e la zia.

Se cominci a leggere non smetterai mai.

Leggere è una bella dipendenza.

Trova il tuo libro e incomincia a sfogliarlo.

Leggere ti fa diventare più intelligente.

Leggere è un toccasana.

 

 

Se leggi Harry Potter sarai un mago per tutta la notte.

I libri sono ali che aiutano a volare.

Leggere non è importante, ma è l’unica cosa che conta.

Evviva la lettura, comincia l’avventura!

La lettura è un sogno ad occhi aperti nel mondo che vuoi tu.

Leggere è una scoperta continua.

Se leggerai la notte sognerai.

Leggere è riflettere.

Un libro è il tuo migliore amico.

 

Un libro ti scalda la fantasia.

Se leggi, non ti annoierai mai.

Il libro è il miglior passaporto per entrare nel mondo della fantasia.

Il libro parla ma non ha la bocca, sogna ma senza dormire.

Leggere fa bene al cuore.

Lasciati prendere dalla libromania.

Un libro è per sempre.

Beh, alla fine di ciascuna presentazione molti hanno dichiarato il loro interesse per il libro presentato. Sarà proprio così!?

Slogan a favore della lettura a cura dei bambini della classe quinta 

 

Antichi mestieri di montagna, i ricordi dei nonni

I disegni rappresentano i giochi dei nonni (classi 1^ e 5^)

Dalla prosa alla poesia (classi 3^, 4^ e 5^)

(proviamo a trasformare un testo in prosa in poesia)

 

I VECCHI MESTIERI: il boscaiolo

Il lavoro del boscaiolo si sviluppò fra le due guerre mondiali per recuperare in fretta il
legname abbattuto durante le battaglie.
Il boscaiolo lavorava sempre in compagnia formando una squadra; più lavorava più
guadagnava e poteva portare a casa la legna scartata.
Si alzava all’alba e rientrava al tramonto quando lavorava vicino a casa; se invece
stava lontano per parecchio tempo si riparava con la sua squadra sotto una capanna
fatta di pali e cortecce che a fine lavoro veniva smontata per recuperare la legna.
La capanna conteneva un focolare al centro con una catena per il paiolo dove il cuoco
di turno cuoceva la polenta.
I pasti non erano molto ricchi: con la polenta si mangiava il formaggio, si beveva
caffè d’orzo e la sera, quando andava bene, si consumava una minestra di farina
abbrustolita.
Per dormire venivano usati rametti di abete messi fra paletti spezzati e coperti i
paglia.
I vestiti erano molto pesanti a causa del freddo: manopole ruvide per proteggere le
mani e grandi mantelli pesanti.
La sera dentro la capanna si intonavano cori e si raccontavano storielle per non
sentire la nostalgia di casa.
La legna segata ed abbattuta a mano veniva accatastata e incanalata nei corsi d’acqua
per farla scendere a valle dove veniva utilizzata.
Mia nonna mi ha raccontato che i suoi zii (che erano otto !!!), dopo aver fatto i
boscaioli nella foresta del Teso, sono andati tutti insieme a cercare fortuna in Brasile,
sono andati a fare i boscaioli nella foresta del Mato Grosso e visto che la terra che si
riusciva a bonificare diventava di proprietà, sono riusciti a stabilirsi là e oggi ho
molti parenti che vivono in Brasile proprio grazie al mestiere del boscaiolo!
Dario

Il boscaiolo

Giovanni, boscaiolo molto esperto

va nel “Teso” molto presto.

Con la motosega in spalla

cerca una pianta per tagliarla.

La pianticella fa capolino

alle prime ore del mattino.

Giovanni la pianta taglia a malincuore

ma tanto sa che presto ricrescerà, con vigore!

Boscaiolo

Boscaiolo,

che con la tua scure

ti svegli con il sole sotto l’orizzonte,

con la tua accetta stretta in mano

prendi lo stradello

che ogni giorno

ti porta al tuo amato bosco.

Con freddezza tagli gli alberi

che un tempo avevi piantato

per far spazio ai nuovi alberelli.

Quando il sole se ne va

gli spiragli di luce si spengono

e tu torni, soddisfatto, a casa.

Il boscaiolo

Il boscaiolo

vive tra piante

di tipi diversi.

Il boscaiolo,

tagliatore provetto,

alla fine

fa un lavoro perfetto!

Il boscaiolo,

gran lavoratore

dopo tutto questo

ha un gran cuore!(Mirco)

PECORINO A LATTE CRUDO

Il pecorino a latte crudo della montagna pistoiese si presenta in pezzature che vanno dagli 800 g a 1,5kg. Le forme sono tonde, con diametro tra i 18 e i 20 cm e hanno colore giallo paglierino.  La pasta è salata e ha consistenza morbida; si presenta in tre gradi di stagionatura: fresco, abbucciato e da asserbo. Nella lavorazione, il latte viene filtrato, versato in una caldaia in rame stagnato per la formazione della cagliata e riscaldato fino alla temperatura di 35-38°c; si aggiunge quindi un cucchiaio di liquido, che può essere sia di origine animale (stomaco di agnello) sia di origine vegetale (cardo selvatico). Dopo circa 30-40 minuti, si procede alla pezzature, con forme di diametro di 18-20cm e alla stufatura.

La successiva salatura facilita  la maturazione del formaggio e gli conferisce il suo tipico sapore. Per la stagionatura le forme vengono disposte su tavole di legno e lasciate a riposare per  un periodo superiore ai 60 giorni, dopo il quale si procede al lavaggio e alla spazzolatura del formaggio per togliere il grasso eventuale formatosi durante la stagionatura.
Omar
(dal sito del Comune di Cutigliano)
Il pecorino a latte crudo
Il pecorino a latte crudo
ha forma tonda
e colore paglierino
La pasta è salata, beige,
ha tre gradi di stagionatura,
fresco, abbucciato e asserbo.
Il latte viene filtrato,
versato in una caldaia in rame.
Le forme sono poi disposte
su un tavolo di legno
e fatte stagionare.
Buono, mangiamolo insieme! (Omar)
Il lattaio
La bottiglia è pronta sulla soglia
solo a guardarla ci viene voglia,
voglia di bere quel latte appena munto
che ogni mattina ci porti, appunto!
Ha un gusto tutto particolare
e tu sei un uomo speciale.
Ogni mattina quando arrivi e suoni
ci sentiamo sempre più buoni,
buoni come ciò che hanno fatto le tue mucche
quell’alimento sano chiamato latte!
 
 La lavorazione della castagna
 Siamo in autunno
cascano i cardi
e si raccolgono le castagne,
andando su e giù per il bosco.
Tra le foglie bagnate
 aspettano, nei panieri,
di essere posate
e, poi,
all’essiccatoio portate.
Con il caldo del legno bruciato
sudano acqua
e, poi,
vengono sbucciate.
Con il vecchio carrettino
son portate al mulino.
La ruota gira e,
con la forza dell’acqua,
macina.
La castagna rotondina
diventa farina, dolce e fina.
Nelle case è la regina!(Giulia)

La lavorazione della castagna

Nelle selve assai pulite
per discese e per salite
le mie nonne di montagna
raccoglievan la castagna.
Le mettevan nelle ceste
poi venivano giù leste,
appoggiandosi a un ramiccio
le portavano al caniccio.
Qui seccavan lentamente
e poi tutta quella gente
le mandavano da Gino,
il padrone del mulino
che da ogni castagnina
ci faceva dolce farina.
Così poi con il tempaccio
si mangiava il castagnaccio,
polenta, necci anche frittelle,
dolci e altre cose belle!
Emma, classe terza
2^ classificata
concorso “Gisella”
Pian degli Ontani
 I MESTIERI ANTICHI

Sono stanco…

Mi stendo sul letto

mi addormento

e la mente vola.

Magicamente mi catapulto

in un mondo antico,

sento rumori vivaci ,

profumi decisi.

Vedo le lavandaie al pozzo

che con il ranno

lavano i vestiti;

Giro per le strette viuzze,

vedo visi rugosi,

mani incallite e

schiene ingobbite

da tante fatiche.

In una bottega

che mi par familiare

Nonno Mario , il falegname

intruciolando, prima sega

poi pialla

il legname.

Nonno Domenico

Il ciabattino,

risuola uno zoccolo

nel suo sgabuzzino.

Le massaie

bisbigliano

nell’aia e…

aspettano

i loro amori lontani

carbonai nel bosco

e minatori in terre straniere.

Mi appare davanti

Un viso nero…

…cancaminin,

cancaminin

del paese è spazza camin.

Questi sono i mestieri antichi

dei nostri cari nonni,

lavori mai visti

e toccati ma

questa notte sognati. (Lor. Ag)

Nei vecchi mestieri

Nei vecchi tempi…

c’erano mestieri diversi.

Boscaiolo, falegname

e chi lavorava le castagne.

Qualcuno lavorava alla ferriera

altri allevavano le pecorelle.

Qualcuno faceva il calzolaio,

tacchi e scarpe di cuoio

lavorate a mano.

Che bei mestieri,

li vedrei volentieri!

I nostri avi

I nostri avi, bravi agricoltori

e buoni pastori,

raccoglievano castagne

anche frutti sulle montagne.

Anche se erano in povertà

c’era tanta felicità,

cacciavano di qua e di là

tra cespugli e rivalità

I lavori casalinghi del passato

La maggior parte delle cose

veniva fatta a mano:

scope di paglia per spazzare,

sedie di legno per mangiare,

attrezzi di ferro per il fuoco

 e cibi da vero cuoco!

Il nonno Piero

Quando il mio nonno Piero era giovane,

non avendo voglia di studiare,

decise di andare a lavorare.

La sua mamma un bar aveva

e pensò che di lavorare con lei la pena valeva.

A quei tempi il frigo non esisteva

e nella fontana le bibite metteva;

così, belle fresche e dissetanti,

le offriva ai villeggianti!

Per non farsele rubare

in una cassa, con il lucchetto, le doveva infilare

e alla fine della giornata

nonna Bianca era bell’accontentata!(Clelia)

Il materassaio

Il mio nonno faceva i materassi

e dentro ci trovava tutto, anche i sassi.

 

Scardazzava la lana con fatica

era fiero di quell’arte antica.

 

Usava un ago molto strano

e spesso si bucava la mano.

 

Prima le materasse non si compravano

ma con impegno si ricreavano.

L’ arrotino

E’ arrivato l’arrotino

che di nome fa Agostino

Con il suo bel furgoncino

urla: “Donne!” dal finestrino;

ogni donna assai contenta

con coltelli e borsellino

si avvicina all’arrotino

che ad affilare è proprio bravino.

E alla fine torna a casa

col coltello rinnovato

aspettando l’arrotino

che ritorni dal passato.

Lo spazzacamino

Passava l’inverno sul tetto

sporco di cenere del caminetto.

A volte sulle tegole vedevi un bambino

questo duro lavora era lo spazzacamino.

 

Spesso restava digiuno

il suo mangiare era polvere e fumo.

Con i suoi attrezzi, lo scopetto e la pala,

saliva sui tetti con la sua scala.

Per un bambino era un lavoro così duro!

i bimbi non devono lavorare nè ora nè in futuro.

 

Il carbonaio

Duro mestiere

è quello del carbonaio!

Raccoglie le foglie e le legna

le impila con pazienza

e precisione

per accendere

il suo “calderone”!

Dopo,

tutto ricopre con la terra;

Il fuoco lento lento brucia,

il comignolo fuma

e, alla fine,

ECCO FATTO IL CARBONE!

La carbonaia

Una capanna nel bosco

un giaciglio di foglie e paglia.

Legna tagliata a misura

che piano piano prende vita

in una piramide,

coperta di terra e muschio.

Sopra il fumo esce lento

dentro il fuoco brucia piano.

Così, piano piano, nasce il carbone!

Il carbonaio

In un bosco vicino vicino

si alza il fumo, ma non c’è un camino

c’è il  carbonaio che si dà da fare

a tagliar la legna da bruciare.

Una grande cupola ha costruito

e dopo tanto tempo ha finito.

E’ estate piena e deve lavorare

se questo inverno si vorrà scaldare,

giorno e notte la cupola è accesa

e per il carbonaio è una lunga attesa.

Più di un mese è passato

e il carbone si è formato!

La tessitrice

O mia bella tessitora

che tutto il giorno lavora,

per guadagnare un gruzzolino

per vivere benino.

Quanti fili da incrociare

per poter un tessuto formare,

che un giorno diventerà

il tessuto della società.(Antonio)

La sarta

Le misure lei prendeva,

con la stoffa lavorava

sarta, attenta e premurosa, la piegava;

col gessetto la segnava

e il modello compariva.

Il vestito ormai cucito

veniva poi indossato,

se privo di difetti, approvato

e dal cliente ritirato (Jon)

La sarta

La sarta

cuce e ricuce

filo per filo

stoffa per stoffa

colore per colore.

Ogni suo vestito

racchiude un mondo

come una splendida rosa.

La sarta

Che bel mestiere era fare la sarta

ne conoscevo una di nome Marta

cuciva i pantaloni

e ci metteva i bottoni

faceva sottane

e ci metteva le perle delle collane

un giorno comprò la stoffa d’oro

e ci fece un capolavoro!

La raccoglitrice di erbe officinali

Dentro ogni fiore

si nasconde

qualcosa di speciale;

dentro quelli di mia nonna,

una farmacia.

Ogni mattina,

saliva sui monti

per raccogliere

malva, salvia, salep,

rosmarino e rosa canina,

per poi scambiarle

per qualche soldino.

Dopo un’intera giornata

sui monti,

scendeva

insieme al sole,

al tramontio. (Sofia)

La raccogli erbe

Mia nonna raccoglieva fiori

tanti, tanti, di mille colori!

Ogni mattina saliva sui monti

e scendeva alla luce dei tramonti.

Bulbi d’orchidea, rosmarini e salvia

origano, rosa canina e malva:

la verde farmacia della natura

che nella bella stagione raccoglieva con cura.

Mia nonna era appena una bambina

ma lavorava per comprarsi una pennina.

Presto ha imparato cos’è la fatica

ma la natura le è diventata amica

Petra, classe terza

1^ classificata

concorso “Gisella”

Pian degli Ontani

Operaio

Batti il ferro, non ti fermare,

devi fare per mangiare.

Ora fate proiettili, prima le spade

le dovete far voi, non le fate.

Salda lì, salda là

prima o poi a casa si tornerà?

Se ti stanchi e lavori con impegno

secondo me, i soldi li spenderai con ingegno.

Voi siete gli operai,

il vostro mestiere non finirà mai (Andrea)

Il fabbro

Tra l’incudine e il martello

lavora il fabbro, poverello.

Tutto il giorno giù in fornace

tra il maglio e la brace.

Alla fine del lavoro

torna a casa tutto moro!

Tutto nero e affumicato

un altro giorno è passato…

Un pezzo di pane ha abbrustolito

con olio e aglio l’ha condito.

Domani ritorna a lavorare,

il fabbro non si stanca di martellare!

Samuele, classe terza

3^ classificato

concorso “Gisella”

Pian degli Ontani

Il fabbro

Il fabbro è un lavoro che si fa sudando

ma lui te lo fa ridendo

e quando gli chiedi un lavoro

te lo fa perfetto come l’oro.

Il fabbro lavora ferro, soprattutto,

e con quello può far di tutto.

Insomma il fabbro è un lavoro stupendo

e, a volte, si diverte modellando.

La ferriera

Nel 1350 c’era

di già,

che cos’era?

La ferriera,

che modellava

il ferro,

come per magia

e i fabbri

rendevano

il minerale

un utensile

utile.

Le ghiacciaie del Reno

Nel Reno

ci sono stanze

per conservare il ghiaccio.

Nelle stagioni calde

veniva venduto in città,

per raffreddare le cose

 come in frigo.

Il ghiacciaiolo

Dal freddo della valle del RENO

nasceva il ghiaccio a ciel sereno,

con gli asini e col trenino

da qui, partiva il ghiaccio montanino.

Arrivava fino alla città

per rinfrescare tutto con semplicità!

Animali di qua e di là

Tempo fa gli animali si allevavano,

mucche e pecore andavano

nei prati a mangiare l’erba,

anche dalle capre veniva il latte!

La mia nonna Maria

aveva un toro

che voleva andare da tutte le parti

e una volta la fece quasi cascare

da un burrone,

sicchè lo mandarono via! (Gianna)

Il pastore

Il pastore esce

col suo gregge di buon mattino,

per far brucar l’erbetta

alle sue pecorelle

poi munge le calde mammelle,

lavora il latte

e, miracolosamente,

appaiono ricotta e pecorino,

ecco pronto il buon formaggino.

Il mulino

Sulla collina,

fiorita,

sorgeva un piccolo mulino

dove le castagne,

seccate nel caniccio,

venivano dolcemente

e lentamente frantumate,

macinate dalla ruota di pietra.

Ne usciva una farina dolce

che veniva gustata

in case ricche e povere.

Era cibo prezioso

per gli abitanti

delle nostre montagna.

Il mulino sulla Volata

Se le castagne volevi macinare

al mulino dovevi andare.

Sulla “Volata” ce n’era uno

bello e assai sicuro.

Grandi pietre, tanta acqua e il mugnaio Angiolino

facevano le castagne un gran profumino!

E se la farina volevi portare

c’era la Gina a non farti faticare.

Oggi il mulino non macina più

perché il ponte è andato giù.

La gora, il bottaccio puoi ancora vedere

e sulle macine, se vuoi, ti puoi sedere! (Samuele)

Antichi mestieri nelle immagini dei bambini di 2^

Sante e Virginia, con i loro disegni, sono fra i vincitori del concorso “Gisella” di Pian degli Ontani