Gennaio, 2014

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Notizie Flash! Gennaio 2014 – Zittelleggi 11

Forza ragazze e ragazzi, fateci sapere cos’è successo nel primo mese dell’anno, in Italia e /o nel mondo.

Provate a scrivere una notizia che vi ha colpito in meno di 50 parole.

Vediamo se è possibile scrivere commenti… Forzaaaaaaaaa… Vi aspetto.

Daila

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Siete stati davvero in gamba! Avete proposto notizie interessanti, molte delle quali legate alla gestione del territorio (frane, alluvioni, deragliamenti). Avete mostrato anche molta sensibilità verso i problemi delle persone e la vita degli animali. Complimenti a tutti!

Semplice e/è buono- Cibo, lontano e vicino… Tra passato e presente… Carnevale e Pasqua

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Un percorso dal passato al presente, da vicino a lontano, da idee ad altre idee…

Se dico cibo, mi viene in mente…

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Una merenda tradizionale: pane e formaggio!

Parlando, scopriamo che abbiamo due nonni che hanno le pecore e fanno il formaggio!

Chiediamo a loro come si fanno il formaggio e la ricotta.

Un nonno ha un gregge (circa 40 pecore) che gli consente di mungere le pecore a mano

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Profumi dal passato

Due nonni ci hanno raccontato come si fanno il formaggio e la ricotta.

 

Il mio nonno Vasco ogni mattina e ogni sera munge le pecore manualmente. Al suo ritorno va nel laboratorio,  dove produce il formaggio,  e cola il latte in una grande caldaia; poi lo scalda per pochi minuti e aggiunge il caglio artificiale. Il caglio è un liquido che si compra in farmacia ed è un additivo chimico che serve a far rapprendere il latte. Un tempo era naturale. Dopo un’ora, un’ora e mezzo, il nonno rompe, con una specie di grossa frusta, la cagliata che è il latte solidificato grazie al caglio. A questo punto lascia riposare, per pochi minuti, il composto. Poi aiutandosi con le mani e una grossa ramina tira su il formaggio che nel frattempo è sceso sul fondo della caldaia. Lo mette dentro le cascine, che sono contenitori di plastica bucherellati. A quel punto il formaggio deve essere pigiato con le mani per far uscire tutto il siero e salato.

Tolto tutto il formaggio dal fondo, il nonno riaccende il fuoco per fare la ricotta; il siero rimasto dalla lavorazione del formaggio deve essere portato ad ebollizione. Per fare più ricotta, nonno, a metà cottura, ci mette del latte, circa un litro, che ha lasciato in precedenza. Quando il siero bolle si forma sulla superficie un composto bianco che è la ricotta. Con la ramina la tira su e la mette nei colini per farla sgocciolare. Il siero rimasto viene usato per fare il pastone alle pecore. La differenza fra il rovaggiolo e il formaggio consiste nel fatto che il primo si ottiene prendendo la cagliata appena rotta con un colino, tirandola su e facendola sgocciolare. Quello che si ottiene è un prodotto molle che si mangia il giorno seguente con un pochino di sale. Il formaggio invece è un prodotto asciutto, che si mangia minimo dopo dieci giorni.

  L’altro ha molte pecore e utilizza la mungitrice… Per ottenere un buon formaggio è necessario seguire una lunga procedura: image image

 

L’altro nonno ha più pecore e utilizza la mungitrice.

Per ottenere un buon formaggio è necessario seguire una lunga procedura.

1-      Si mungono le pecore; 2-      il latte viene passato nel colino per eliminare eventuali impurità; 3-      Il latte raccolto viene messo il una caldaia (frigo) che lo fa girare e lo mantiene alla giusta temperatura; 4-      il latte viene spostato in un’altra caldaia dove inizia la vera lavorazione del formaggio; 5-      la caldaia viene messa su un fornello a scaldare; 6-      si misura con un termometro la temperatura del latte che deve raggiungere 31-32 gradi , poi si aggiunge il caglio; 7-      si lascia agire il caglio per circa un’ora e poi si rompe la cagliata con una specie di frusta da cucina; 8-      il composto viene mescolato; 9-      e poi riscaldato di nuovo, deve raggiungere i 30° circa; 10-  con un colino si raccoglie il formaggio cagliato e si versa negli stampi bucati per far uscire il siero; 11-  con le mani si preme il composto all’interno degli stampi fino a che il siero non è completamente fuoriuscito e il formaggio è compatto; 12-  a questo punto si gira il formaggio e di pigia dall’altra parte, sempre all’interno dello stampo; 13-  si mette a riposare e si aggiunge il sale; deve rimanere così per due giorni; 14-   si toglie dagli stampi e si mette a stagionare in una cantina apposita sopra tavole di legno; 15-  con il siero fuoriuscito dal formaggio si ottiene la ricotta.

Ma anche i nostri avi non mangiavano il formaggio da solo, l’accompagnavano con il pane, fatto nel forno a legna… Abbiamo trovato anche quello, un babbo ci ha preparato un bel pane toscano  e un nonno ci ha proposto un pane un po’ più insolito: il pane con la zucca!

Così lunedì 27 Gennaio…

Che bella e buona merenda abbiamo fatto!image

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Pane e cacio come i nostri avi!

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Ingredienti del pane toscano:

Farina bianca e farina integrale;

lievito, zucchero, pizzico di sale, olio.

Ingredienti del pane di zucca:

Farina, zucca, lievito, olio.

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I bambini di prima hanno parlato dei loro piatti preferiti

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Ai bambini è piaciuto così tanto fare merenda tutti insieme con i cibi dei nonni che non hanno posto tempo in mezzo ed hanno preparato con alcune nonne torte e biscotti, semplici e buoni… Con pochi ingredienti ecco cosa hanno fatto:

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La ricetta tipica e tradizionale di Gavinana e della montagna, però, è il “famoso” Berlingozzo…

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Berlingozzo di Gavinana

Montare 3 uova intere con 2 etti di zucchero;

quando il composto sarà ben gonfio, aggiungere 400 grammi di farina, 1/4 di litro di latte e 250 grammi di olio di oliva;

amalgamare e aggiungere la buccia grattugiata di limone e una bustina di lievito.

Versare il tutto in una teglia unta e cuocere nel forno caldo per circa 45 minuti.

Decorare con granelli di zucchero.

E arriva il Carnevale!

I Cenci!

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Cenci di tutti i tipi: piccoli, grandi, gonfi, schiacciati, zuccherati e non,…

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Ogni famiglia ha la sua ricetta, eccone una

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Si fanno anche le frittelle!

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Prossima tappa: la merenda con le castagne!

24 marzo 2014

Il castagnaccio 1

Si spenge la farina con l’acqua, rendendola morbida, si sala.

Poi si stende nella teglia unta d’olio, si mettono sopra noci e pinoli.

Si mette in forno scaldato a 180 gradi.

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Castagnaccio 2

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Prossima tappa: incontro con “Cibo e religioni”

Religione, italiano, geografia, storia, scienze

Lunedi 14 aprile ore 10.30 – Festa multireligiosa con cibo appartenenti a tre religioni importanti

Attività di preparazione: ricerche fatte dai bambini delle classi quarta e quinta. Le informazioni sono state ricercate su libri e Internet

LE FESTE PRIMAVERILI

  imageL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA (“equum nocti” ovvero “uguale alla notte”) è il momento dell’anno nel quale notte e giorno hanno stessa durata e le forze della luce sono in crescita. Le società agricole, festeggiano la primavera come una risurrezione; si tratta di un periodo molto lungo dell’anno, che alcuni collocano nella prima metà di febbraio, come i cinesi per i quali la primavera coincide con il capodanno.   Secondo gli antichi egizi con l’arrivo della primavera l’uovo cosmico plasmato da PTAH, da lui deposto sulle rive del Nilo, è covato dall’oca sacra. Quando si apriva ne usciva RA, Dio del Sole.   I celti festeggiavano BELTAINE, festa dedicata a BEL, Dio della Luce.Il rituale di beltaine prevedeva danze intorno a un palo ben p0iantato a terra che si innalzava verso il cielo. I druidi eseguivano benedizioni della terra perchè desse buoni frutti. In marzo ci sono tre celebrazioni dedicate ad alcuni fra i più importanti santi celtici e diventate feste nazionali. Il 1° marzo si celebra il St. David’s Day dedicato a San Dewi (David), patrono del Galles. Di lui si hanno scarse notizie da antichi manoscritti: sua madre si chiamava Non e suo padre, Sant, era figlio di Ceredig, Re di Ceredigion. Dopo essere stato educato nel Cardiganshire, Dewi andò in pellegrinaggio in Galles e nell’ovest dell’Inghilterra dove secondo la tradizione fondò importanti centri religiosi come Glastonbury e Croyland. Morì nel 589 d.C. Il 5 marzo si celebra il St. Piran’s Day dedicato al Santo Piran, patrono della Cornovaglia e dei minatori che scavano lo stagno. Secondo la leggenda, dall’Irlanda Piran navigò su una pietra da macina e poi scoprì come fondere lo stagno quando accese il fuoco su alcune pietre che contenevano il minerale. Il 17 marzo c’è il celeberrimo St. Patrick’s Day dedicato a San Padráigh (Patrizio), il patrono dell’Eire che cristianizzò gli irlandesi, il suo apostolato sull’isola durò trent’anni. Padráigh spiegò alla gente il concetto mistico della Trinità paragonandola al trifoglio – tre entità distinte, le foglioline, riunite in un’unica pianta – ed ecco che il trifoglio è assurto a simbolo dell’Isola Verde. Il St. Patrick’s Day viene celebrato in tutto il mondo dalle comunità irlandesi, l’evento maggiore si svolge a Dublino e calamita centinaia di migliaia di persone. La festa ha fatto ormai il giro del mondo e anche i non-irlandesi omaggiano il St. Patrick’s, qui da noi ci sono numerose rassegne musicali.   Nello Yucatan settentrionale (Messico) troviamo il Tempio Maja di Cuculcan (Il Serpente Piumato), alto circa trenta metri e formato da quattro scalinate di 91 gradini ciascuna, che sommati alla piattaforma superiore fanno un totale di 365, pari ai giorni dell’anno solare. Questo edificio formato da giganteschi blocchi monolitici, è stato costruito in modo tale che nei giorni dell’Equinozio trame triangolari di luci e ombre si combinino per creare l’immagine di un enorme Serpente che ondeggia sulla scalinata Nord.   In primavera si celebravano in Grecia i Piccoli Misteri Eleusini ad Eleusi, una piccola città dell’Attica. Il nome significa “arrivo”, perché si narra che qui arrivò Demetra cercando la figlia Persefone rapita dal dio dei morti. Ad Atene, per tutto il mese di Aprile, si tenevano danze e canti per Teseo, considerato l’eroe nazionale, essendo colui che aveva ucciso il Minotauro, il mostro metà uomo e metà toro. I Romani continuarono questa usanza, arricchendola con i Ludi Megalenses, giochi pubblici che seguivano l’aspersione pubblica rituale, fatta con acqua consacrata, della statua della Grande Madre. A Roma tutto il mese di aprile era dedicato ai festeggiamenti.

La Pasqua Ebraica

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Il termine con il quale viene indicata la PASQUA EBRAICA è PESACH e significa precisamente PASSAGGIO. Questa parola si riferisce al fatto che Dio durante l’ultima piaga di Egitto abbia saltato le case degli israeliti, colpendo solo le case degli egiziani. Tutte le celebrazioni pasquali con i loro segni e i loro riti vogliono ricordare la liberazione dalla schiavitù di Egitto e il lungo viaggio verso la Terra Promessa. La Pasqua ebraica si celebra una sola volta l’anno e dura sette giorni. Di questi il più importante è sicuramente il primo perchè durante la sera e la notte si svolge la cena pasquale. Sulla tavola di ogni famiglia ebrea si trovano con certezza alcuni cibi: AGNELLO; PANE AZZIMO (pane non lievitato) – Ricorda la fretta con cui gli ebrei sono fuggiti dall’Egitto; ERBE AMARE – segno dell’amarezza del popolo ebreo per la propria schiavitù; VINO – bevanda molto importante perchè elemento attraverso cui viene benedetto il nome di DIO. Sul tavolo sono presenti 5 coppe di vino; CHAROSET – salsa dolce ottenuta da un frullato di frutta, ricordo dell’argilla con cui gli ebrei preparavano mattoni nel deserto; UOVO SODO – ritorno alla stagione fertile e alla speranza.   La cena pasquale è detta SEDE’R che significa “ORDINE”, perchè tutto si svolge secondo un ordine preciso. Il rito ha inizio con la domanda del più piccolo della famiglia sulla diversità di questa sera rispetto a tutte le altre sere dell’anno. Solo dopo questa domanda comincia il racconto dei più grandi su quanto è accaduto al popolo, sulla liberazione dalla schiavitù. Durante la cena si legge la HAGGADAH, racconto dell’uscita degli ebrei dall’Egitto, arricchito da MIDRASHIN (parabole). Sul tavolo viene posto un cesto contenente tre pani azzimi, una zampa di agnello, l’erba amara e le coppe di vino. Le prime due vengono bevute dopo il racconto dell’Esodo, mentre le altre due alla fine dei Salmi. Una sola coppa rimane intatta: è, infatti, la coppa per il Profeta Elia, segno dell’attesa del Messia che, secondo una tradizione, verrà proprio durante una notte di PESACH. Al termine del pasto si cantano i Salmi di Alleluia e la celebrazione termina con un augurio : L’ANNO PROSSIMO A GERUSALEMME!!! I bambini vengono infine coinvolti in giochi, canti e filastrocche che continuano a ricordare la storia del popolo ebraico.

La Pasqua Cristiana

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La Pasqua cristiana celebra la morte e la risurrezione di Gesù. La Pasqua cristiana è preceduta da un tempo di quaranta giorni: QUARESIMA. In questo tempo liturgico ci si prepara alla festa pasquale con digiuni, preghiere e facendo delle buone azioni. Al termine si entra nella SETTIMANA SANTA, sette giorni in cui si ricordano le vicende della CATTURA, PASSIONE E MORTE DI GESU’. Questa settimana ha inizio con al DOMENICA DELLE PALME, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La VEGLIA pasquale segna la fine di questa settimana con la resurrezione del Signore.   GIOVEDI’ SANTO: giorno in cui si ricorda l’istituzione dell’EUCARESTIA della LAVANDA DEI PIEDI. Entrambi gli episodi provengono dall’ULTIMA CENA.   VENERDI’ SANTO: giorno della morte di GESU’. Le campane smettono di suonare e non viene celebrata l’Eucaristia;   SABATO SANTO: giorno del silenzio e della grande attesa. Le campane continuano a stare in silenzio e nel pomeriggio le chiese parrocchiali benedicono i cibi pasquali che saranno sulle tavole delle famiglie il giorno successivo. VEGLIA PASQUALE: segna la fine di questa settimana speciale, con la resurrezione del Signore. La celebrazione comincia nel buio della notte ma poi viene acceso un grande fuoco all’esterno di ogni chiesa, come segno di forza e purificazione.   Tra i simboli pasquali cristiani fondamentali sono il PANE e il VINO, cibi dell’Ultima cena, segni del corpo e del sangue di Cristo. L’AGNELLO è simbolo stesso del Messia e del suo sacrificio e l’UOVO è segno di nuova stagione, nuova vita e perfezione. Il CROCEFISSO, la COLOMBA – segno di PACE, l’ULIVO – segno di PACE e la CAMPANA – segno di gioia per la RESURREZIONE.

 Islam

imageAnche la religione islamica ha la sua Pasqua: ID AL-ADHA che significa FESTA DEL SACRIFICIO. E’ la festa della fede assoluta e ricorda il sacrificio che Abramo (il Profesta Ibrahim) è disposto a compiere, ovvero sacrificare suo figlio.

La festività cade in ottobre, nel mese lunare islamico che si chiama DHU IHIJJA, momento in cui ha luogo il pellegrinaggio alla MECCA.

La durata è di quattro giorni e prevede un sacrificio rituale che ricorda quello fatto da Abramo, che uccise un montone. La carne della bestia sacrificata viene mangiata dalla famiglia ma può anche essere conservata e mangiata successivamente. La festa del sacrificio è un moneto allegro e nei quattro giorni della sua durata è assolutamente proibito il digiuno (si rompe così il mese del RAMADAN).

 

 

TURCHIA

 

La festa in Turchia prende il nome di KURBAN BAYRAMI.

La tradizione prevede che si facciano grandi pulizie in casa, si faccia shopping e si inviino cartoline di auguri. La festa dura quattro giorni e il sacrificio viene fatto generalmente nei giardini e nelle case. Il vitello sacrificato viene diviso in tre parti:

la prima parte ai poveri, la seconda ai parenti e la terza rimane alla famiglia.

 

MALESIA

 

In Malesia la Festa del Sacrificio si chiama HARI RAYA HAJI o EID IL-ADHA. E’ tradizione agghindare gli animali con gioielli di palstica.

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La festa è celebrata da musulmani con molto entusiasmo. Le celebrazioni durano tre giorni.

ID-UL-ZUHA e BAKRA-ID sono i nomi con cui viene chiamata la festa.  ID significa festival e ZUHA vuol dire sacrificio. BAKRA-ID è dato dalla tradizione di sacrificare una capra o bakr.

 

MAROCCO

 

L’ EID AL-KABIR, in questo paese, dura tre giorni. Si sacrificano animali e una parte della carne viene data ai poveri. Le persone che non possono sacrificare un animale chiedono soldi per seguire l’esempio di Abramo.

 

PAKISTAN

 

La festa inizia con una preghiera di gruppo. Le famiglie che se lo possono permette sacrificano un animale in onore di ALLAH, distribuendo la carne a amici e parenti. La festa dura quattro giorni e in questo periodo i negozi rimangono chiusi.

La Pasqua ha nei vari Paesi tradizioni diverse

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Feliz Semana Santa

 

La Pasqua, a Barcellona, è soprattutto sentita durante la Domenica delle Palme, nella quale è ricordato l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto con rami di palme e ulivo. 

I rami delle palme vengono, infatti, tagliati, le foglie intrecciate e messe da parte, lontane dalla luce, per conservare il loro colore originale. I “Palmons” (rami interi) vengono portati dai bambini in chiesa per farli benedire e poi decorati con dolcetti. E’ poi usanza appendere i palmons alle porte e alle finestre per proteggere la casa. In Catalogna è tradizione mangiare una torta chiamata Mona che viene decorata con uova di cioccolato o con piccole figure di personaggi famosi.

 

God Påske

 

In Danimarca è tradizione dipingere tutto di giallo e decorare le case con rami fiorirti e uova dipinte.

Altra usanza molto particolare è quella di scrivere un gækkebrev a un familiare o a un amico. I gækkebrev sono biglietti in rima senza, senza la firma dell’autore che deve essere indovinato da chi lo riceve. Se il destinatario non riesce a indovinare l’autore, gli deve regalare un uovo di Pasqua.

 

JOYEUSE PAQUES

 

Come segno per Cristo Crocifisso, in Francia, dal Venerdì Santo alla Domenica di Pasqua le campane delle chiese sono silenziose ed è tradizione ripetere che “le campane sono volate a Roma”. I bambini, la mattina di Pasqua, corrono fuori alla ricerca delle campane “che fanno ritorno a casa” e nel frattempo i loro genitori nascondono le uova di cioccolata in casa e nel giardino.

 

Zalig Paasfeest

 

In tutta la nazione la Pasqua viene celebrata come una festa primaverile. In Olanda quasi tutte le persone appendono una corona alla porta, pitturano uova che vengono appese ad un albero e abbelliscono le case con fiori gialli. La specialità culinaria pasquale è il “Paasbrod”, un buonissimo pane dolce pieno di uvetta.

 

 

Καλό Πάσχα

 

In Grecia la Pasqua è festeggiata seguendo riti greco-ortodossi. Nella notte della Pasqua, con la celebrazione del rito della Resurrezione e il suono delle campane, termina la Quaresima. E’ tradizione, successivamente, mangiare il “pane pasquale”, i dolcetti, la tipica Marghiritsa, una zuppa di agnello, e uova colorate di rosso.

L’origine della tradizione di regalare uova colorate di rosso è molto antica. Si racconta infatti che dopo la risurrezione di Cristo, Maria di Magdala si sia recata a Roma e abbia offerto all’Imperatore Tiberio uova rosse, raccontandogli la risurrezione.

 

Frohe Ostern

Il termine tedesco che indica la Pasqua deriva dal nome dell’antica divinità germanica della primavera chiamata Eostre. Le finestre delle case vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altre figure. La domenica di Pasqua i bambini vanno alla ricerca delle uova di cioccolato, nascoste dentro casa o nel giardino. Per simboleggiare la fine dell’Inverno e l’arrivo della primavera nelle campagne della Germania settentrionale i contadini accendono fuochi per bruciare tutti i rami secchi che trovano. Questi “fuochi di Pasqua” sono uno spettacolo notturno molto affascinante. Il Giovedì Santo chiamato Gründonnerstag si mangiano solo cose verdi. Il piatto rappresentativo è la zuppa alle sette erbe che contiene dente di leone, crescione, prezzemolo, erba cipollina, spinaci, acetosa e porro verde. Il dessert è l’ Osterlamm, una torta a forma di agnello spolverata con zucchero a velo.

 

Happy easter

 

In Inghilterra il Giovedì Santo, dopo la messa, presso l’abbazia di Westminter la Regina distribuisce borse di soldi ai più poveri.

Il Venerdì Santo gli inglesi mangiano brioche chiamate Hot Cross Buns fatte con uvetta e cannella, con sopra una croce di glassa per ricordare Cristo.

A Londra c’è un pub chiamato “Figlio della Vedova” dove si custodiscono quasi 200 esemplari di Hot Cross Buns; secondo la leggenda una vedova, nell’attesa del figlio disperso in mare, continuò a cucinare per anni questi dolcetti.

Una tradizione curiosa è quella di far rotolare uova sode giù da un pendio, finché non si staccano tutti i gusci. I ragazzi si divertono a contendersi uova e dolci combattendo.

 

Giad Pàsk

 

La leggenda narra che, rima di Pasqua, alcune streghe volassero verso la montagna Blakulla, dove viveva il diavolo.

Da questa leggenda nasce la tradizione svedese di travestire le bambine da streghe, chiamate Paskkarringar, che in gruppo andranno a bussare alle porte in cerca di dolci (un po’ come Halloween).

Gli svedesi, inoltre, decorano le loro case con rami di betulla e salice e mangiano lo Smorgasbord una specie di buffett con vari piatti.

 

Hyvää Pääsiäistä

 

In Finlandia le tradizioni sono simili a quelle svedesi, tranne che per il pranzo pasquale durante il quale si mangia il Pasha, un formaggio e il Mammi, un tradizionale budino di segale. I finlandesi credono in alcuni spiriti maligni e per questo la sera di Pasqua accendono grandi falò. I bambini si travestono e cercano le uova che i genitori hanno nascosto.

Schastlivoi Paschi

С праздником Пасхи

 

In Russia la Pasqua viene celebrata in una data diversa da quella cattolica, perchè di confessione ortodossa.

Il giorno di Pasqua si usa guardare la cittadina di Sagorsk dove abita il Pope di Mosca, massima autorità ortodossa.

La mattina di Pasqua la famiglia si riunisce sulla tomba di una parente dove fa un pic nic, mangiando il tipico Pabcha, un piatto a base di quark.

Durante la messa di mezzanotte il Pope toglie il velo dal sepolcro e non trova il corpo di Cristo. Esce dalla chiesa per cercarlo e quandop ritorna dice ai fedeli “Christos voskrèse!” (Cristo è risorto).

Nel passato i contadini usavano fare un pupazzo di paglia che in seguito veniva gettato in un fiume.

In Russia è tradizione lo scambio delle uova, seguito da tre abbracci e tre baci. Il tipo di uovo regalato varia moltissimo ma quello di gallina è il più classico.

Le uova sode vengono colorate di rosso, simbolo di una nuova vita.

 

Paşte fericit!

 

In Romania con l’avvicinarsi della Pasqua, finiscono le feste invernali e iniziano quelle primaverili.

Il Giovedì Santo è per loro il giorno dei morti e per tradizione si portano in chiesa molti dolci che si offrono ai vecchie ai poveri.

Il venerdì si mette davanti alla Croce un tavolo molto alto e vi si pone sopra una stoffa con ricamato il seppellimento di Cristo. La sera si svolge il Prohod, una cerimonia alla quale partecipa tutto il villaggio. Il Sabato le donne e i bambini fanno al comunione e gli uomini vanno alla messa di mezzanotte. La festa si conclude con la processione intorno alla chiesa.

Честит Великден

 

Nei giorni precedenti la Pasqua in Bulgaria è usanza fare le pulizie in casa. I bulgari cucinano Kozunaks e dipingono uova. Il primo uovo dipinto deve essere rosso perchè possa portare buona salute.

A mezzanotte del Sabato Santo si scambiano le uova e gli auguri

 Cibo e religioni…

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Ognuna ha ricette caratteristiche ma tutte buone!

Ricette: cristiane, ebraiche e musulmane. 

I ragazzi di quarta e quinta si sono divisi in cinque gruppi ed hanno cucinato a casa con l’aiuto dei genitori. Sono stati bravissimi! Hanno realizzato degli ottimi dolci delle feste!

TORTA AL CIOCCOLATO BIANCO

Gli ingredienti

  • 200 gr cioccolato bianco al latte + 100 gr cioccolato fondente
  • 1 bicchiere di latte
  • 150 gr di burro ammorbidito
  • 250 gr di zucchero
  • 200 gr di farina bianca setacciata
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 3 uova
  • crema di nocciole bianca
  • scaglie di ciocciolato bianco e fondente

La preparazione

Prima di tutto fate sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria con il latte fresco in un pentolino. Nel frattempo in una terrina fate amalgamare il burro ammorbidito e intiepidito con lo zucchero, iniziate a mescolare con una forchetta. Versate anche la farina setacciata a pioggia con il lievito mescolandola al composto di burro e zucchero. Incorporate anche il cioccolato fuso e continuate a mescolare fino a quando l’impasto non risulta cremoso, omogeneo e senza grumi.

Prendete ora uno stampo da torta e imburratelo, infornate per venti minuti a 180 gradi. Estraete poi la torta e lasciatela raffreddare. Spalmate la torta con la crema di nocciole e spolverate con le scaglie di cioccolato.

 

Chef: Arianna, Lorenzo, Niccolò, Gemma, Aurora  🙂

Sono invitati all’assaggio i bambini di tutte le classi!

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E poi… Il cibo dei Paesi.

Tra un Cappuccetto e l’altro… Zittelleggi 11 – 2013/2014

Lavoro di gruppo: l’importante è mettersi d’accordo!

Il piacere di stare insieme, discutere, confrontarsi.

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Giochiamo a trasformare una fiaba conosciuta.

Cambio di gusto!

Cappuccetto Caramello

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto caramello.

Un giorno, mamma Caramella chiese alla bambina di andare da nonna Spritz. La bambina, felice di andare dalla nonna, decise di preparare un mazzo di fiori danzanti zuccherati. Poi partì e si lasciò trasportare nel bosco di Dolcelandia, in fondo al quale viveva la frizzante nonna. All’improvviso però apparve un drago misterioso che sputava cioccolato fuso. La piccola scappò velocemente e cercò di distrarlo gettandogli un po’ dei suoi fiori zuccherati. Ce la fece! Non si lasciò scoraggiare e proseguì nel suo percorso. Cammina cammina, la bambina vide delle fragole di gomma e pensò di portarne alcune alla nonna, visto che erano anche le sue preferite. Si mise di nuovo in cammino finché incontrò  un esserino magico. Era un folletto! Allora Cappuccetto ci fece amicizia e percorsero insieme il bosco di Dolcelandia. Arrivati a casa della frizzante nonna, videro il drago che si stava avvicinando alla nonna. Con il suo cioccolato sciolto ricoprì la nonna e la bimba, poi le risucchiò e le inghiottì. Quindi, sazio, si mise a riposare sul letto.

Il folletto, invisibile al drago, prese allora la sua bacchetta, pronunciò una formula magica e fece uscire nonna nipote dalla pancia del drago. Il drago si infuriò e li rincorse fino alla casa della mamma. Entrarono, felici di essere ancora in vita.

La mamma preparò i biscotti per tutti, mentre il drago rassegnato volò via. Da allora tutti vissero zuccherati e contenti.

 SamGinFraP.

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CAPPUCCETTO PORPORA

C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Porpora, lei adorava gli animali e la natura, anche i fiori che raccoglieva continuamente. Ella aveva un nonno di nome Mauro e ogni mattina gli portava una torta, di solito una crostata, e un mazzolino di fiori freschi e profumati.

Però un giorno, mentre andava da lui, un signore strano la seguiva e lei pensò che, forse, era un ladro; allora cominciò a scappare ma il ladro, essendo grande con delle gambe lunghe, la raggiunse in un minuto. Allora Cappuccetto iniziò a chiedere aiuto. Una persona sentì le urla e chiamò la polizia. Quando  quest’ultima arrivò riconobbe il ladro: era appena uscito di prigione! Allora Cappuccetto ricominciò il suo cammino. Era felice ma incontrò un serpente, non sapeva che fare, poi vide un bastone, lo prese e cominciò a picchiarlo fino a farlo morire.

Cammina cammina, finalmente, vide la casa del nonno. Quando aprì la porta lo vide e scoppiò a piangere dalla felicità.  Cappuccetto allora gli chiese: “Nonno, posso mangiare e dormire qua?”. Lui rispose:”Ma certo, tesoro!”.

GemAur

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Cappuccetto Turchese

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto turchese. Adorava giocare nei campi fioriti e in compagnia degli animali.

Un giorno decise di andare a trovare i suoi nonni che vivevano in fondo al bosco. Si incamminò. Camminava felice osservando  le bellezze del bosco, quando le si parò davanti un enorme lupo. Aveva uno sguardo furbo e le disse: “Non avere paura, io sono qui per aiutarti! Ti insegno una scorciatoia per arrivare prima dai nonni!”.  Cappuccetto Turchese diede retta al lupo  non immaginando che il lupo l’aveva imbrogliata. Infatti camminava e camminava e non arrivava mai alla casa dei nonni. Quando finalmente giunse alla casa trovò la nonna a letto e non vide il nonno (che era chiuso in un armadio).

Cappuccetto Turchese disse alla nonna: “Nonnina, che orecchie grandi hai…. che occhi grandi hai… che bocca grande hai!”.  La nonna/lupo rispose: “Ho la bocca grande per mangiarti meglio!”

IN quel momento la porta si spalancò, arrivò il cacciatore che uccise il lupo e liberò il nonno e la nonna. Così vissero tutti felici e contenti.

AliMad

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CAPPUCCETTO ACQUAMARINA

Tanti anni fa, in mezzo ad una foresta c’era un grande lago. Questo lago aveva le rive circondate da alberi con castagni, faggi e querce. Aveva l’acqua limpida e pura ed era solcato da bellissimi cigni. Su una riva era stata costruita una palafitta in legno nella quel vivevano una madre con la figlia. Questa aveva un vestito color acquamarina, non portava le trecce, aveva una bocca grande e gli occhi e i capelli erano marroni.  Ella era maleducata, ubbidiente e furba.

Un giorno la mamma incaricò la bambina di andare in paese a fare le compere. La piccola accettò, così prese il sentiero e si incamminò. A pochi metri da casa, Cappuccetto Acquamarina incontrò uno strano personaggio che le parve avere cattive intenzioni. Forse voleva derubare sua madre! Così gli chiese: “Dove stai andando?”. A quel punto anche il ladro capì che era la figlia della signora che voleva derubare. Senza rispondere, il ladro cominciò ad allontanarsi… Poi a correre. La piccola era molto agile e lo raggiunse… Lo prese a schiaffi, pugni e lo mise KO. Gli ordinò di non avvicinarsi più alla sua casa.

Poi, riprese la strada per il paese e andò a fare le compere.

 FraFTom

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 Cappuccetto Lilla

Cambia il carattere dei personaggi

C’era una volta Cappuccetto Lilla. Un giorno ella andò in paese a comprare il pane. Dopo averlo preso si diresse verso la capanna della nonna; arrivata, entrò e vide la nonna che combatteva con un lupo. La nonna disse: ” Caro Cappuccetto, devi sapere che non sono una nonna comune ma sono una nonna molto sportiva e forte”. La bambina aprì l’armadio della nonna e vide più di cento trofei d’oro, la nonna li aveva vinti in qualsiasi sport! Cappuccetto fu subito un po’ gelosa della nonna e dei suoi successi e le disse, acida, che anche lei avrebbe potuto vincerli. Poi aggiunse che le sarebbe piaciuto fare una bella sfida. La nonna la sconsigliò ma lei non cambiò idea. Quindi lottarono, lealmente, ma la nonna vinse. Cappuccetto era molto arrabbiata, così fece cascare i trofei della nonna, strappò anche tutti i suoi vestiti. Non sopportava di perdere!

Poi andò a casa, stava in camera sua ad escogitare un piano per non far vincere più la nonna, ma non le veniva in mente. Allora tornò di nascosto a casa della nonna, rubò i trofei, li mise a casa sua e fece credere agli amici che fossero suoi.

Un giorno però la nonna aprì l’armadio per vedere le due coppe e, non trovandole, pensò subito a Cappuccetto. Andò a trovarla e le chiese spiegazioni.

Finale 1 – la bambina rispose: “Non me ne importa nulla dei tuoi trofei! Vattene via!” Allora la nonna chiamò la polizia, arrestarono Cappuccetto e la misero nel carcere minorile. La mamma pianse per sempre, triste e sconsolata.

Finale 2 – la bambina capì subito di avere sbagliato. Chiese scusa alla nonna del suo comportamento e riportò i trofei dalla nonna che la perdonò, l’ abbracciò e le dette un bacio. Così vissero tutti felici e contenti.

LinAleClaIle

Zittelleggi numero UNO!!! 2003/2004 classe quinta

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Il numero 1, con tutte la caratteristiche del giornale

Una notizia gravissima sconvolse i bambini

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imageUna notizia che ci riportò ad un altro 11image image… Terribile, angosciante…

Abbiamo affrontato il tema dell’emigrazione, un argomento che ha coinvolto gran parte delle famiglie montane. Molti sono partiti per Svizzera, altri per Paesi europei, un gran numero di montanini è andato nelle Americhe, dal Canada alla Terra del fuoco, poi c’è chi è arrivato in Australia,… Un ricordo dell’arrivo a New York…

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In cerca di Pace

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Ci sono guerre sparse nel mondo...

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Conosciamo un’associazione che lavora in zona di guerra: Emergency

 

Abbiamo letto storie di bambini che soffrono, non hanno cibo, abiti o una casa dove vivere; abbiamo scoperto che bambini lavorano molte ore al giorno e non possono andare a scuola.

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Storie diverse: il rifugio segreto

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L’Unione europea allarga i propri confini

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La pagina del sorriso

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Un manifesto rivolto ai potenti del mondo

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Zittelleggi 2 – 2004/2005 classe quinta

I primi due numeri di Zittelleggi rispettavano più strettamente i canoni del giornale: notizie dal mondo, dall’Italia, cronaca, inchieste… Le riflessioni dei bambini su loro stessi erano presentati come testimonianze, interviste.image

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Il nostro nome… Per non dimenticare.

Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, istituito dal Parlamento italiano con la legge n.211 del 20 luglio 2000. La data è stata scelta quale anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, in ricordo della Shoah, lo sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico, per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

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Notizie dal mondo

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Abbiamo commentato notizie dall’Italia e locali…imageimage

 

L’inchiesta:

l’acqua, bene indispensabile per la vita e il benessere dell’uomo.

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Dalla sorgente al mare

Siamo andati alle sorgenti del torrente Maresca, abbiamo osservato un fiume prima dell’ingresso in città  e poi all’uscita… Abbiamo visto le sue acque che entrano nel mare.

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Ulteriori riflessioni sull’acqua:

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         Acqua buona e una corretta alimentazione…

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E NON FUMARE! imageimage

Ci siamo immaginati cosa possa voler dire essere adolescenti… alcune riflessioni.

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E il diventar grandi… Sarebbe interessante sentire l’opinione degli ex bambini che adesso sono all’università!

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Avrei…                                                                                                    

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                                                           Diventare grande è un…

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Da grande credo che sarò una…                        Sono felice di essere…

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… A me piace…                              Da piccola avevo…

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Per diventare grande…                                                Diventare grande per me…

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 A me, per alcuni motivi…

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Diventare grande è un…                                                      Diventare grande è…

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                                  Una persona, secondo me,…

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Diventare grande mi…                                    Diventare grande mi …

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…da grande vorrei…                      A me piace…                            Nella mia vita ci sono…

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Siamo andati in piscina, perché nella classe il nuoto è una passione…

image image imageci piace, in generale, lo sport.

 

 

Pace

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Filastrocche nello spazio relax

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