Ultima modifica: 4 Dicembre 2024

Indirizzo musicale

Dall’anno scolastico 2014/15, presso la Scuola Secondaria di Primo grado del nostro Istituto Omnicomprensivo è attivo un corso ad indirizzo musicale e gli strumenti che vengono insegnati sono i seguenti: chitarra, pianoforte, saxofono e tromba. Ma che cos’è un corso ad indirizzo musicale? L’insegnamento di uno strumento musicale nella scuola media prende il via in forma di sperimentazione in tutto il territorio italiano, negli ultimi anni ’70. Il primo decreto ministeriale del 1979 e il secondo del 13 febbraio 1996, sono i primi due passi che sanciscono e regolamentano lo studio di uno strumento musicale nella scuola media, e permettono l’apertura di nuovi corsi in via sperimentale. Con la Legge n.124 del 3 maggio 1999 vengono ricondotti ad ordinamento i corsi ad indirizzo musicale, facendo così diventare l’insegnamento di strumento nella scuola media una materia curriculare. Ai sensi del D.M. 6 agosto 1999 n. 201, inoltre, viene istituita la classe di concorso di strumento musicale nella scuola media.

Noi siamo nati per fare musica!

Psicologi dell’età evolutiva, pedagogisti, esperti del settore sono concordi nell’affermare che un’attività musicale ben strutturata può contribuire in modo sostanziale allo sviluppo globale ed armonico dei ragazzi. La musica è uno strumento multidimensionale. Musica è corporeità,  movimento suono e voce. La Musica è un canale attraverso cui favorire l’esplorazione di sé e dell’altro, l’espressione verbale e non verbale dell’emozione e del sentimento, la creatività. La Musica è l’incontro con l’altro, lavoro di gruppo. La Musica è un linguaggio in trasformazione nello spazio e nel tempo. Musica è cultura e intercultura.  Lo studio di uno strumento musicale è molto importante per la formazione dei giovani e di seguito abbiamo elencato dei punti di partenza per cui è importante che i nostri allievi si avvicinino allo studio di questa disciplina.

Migliora lo sviluppo psicomotorio
Quando si tocca con mano per la prima volta uno strumento musicale, la prima cosa che si impara è “come ottenere un suono”, sia che si tratti di premere un tasto di un pianoforte, soffiare in un strumento a fiato o pizzicare una corda di una chitarra. Raggiunto questo obiettivo, il passo successivo è quello di “modellare il suono” sviluppando quegli specifici meccanismi motori che lo trasformeranno in musica. Sia per i giovani allievi che per la prima volta si avvicinano allo studio dello strumento, sia per chi si diletta tra Mozart e Beethoven: fare musica è un costante esercizio di sviluppo psicomotorio.
Incrementa le competenze linguistiche
“Imparare a leggere la musica è come imparare un’altra lingua”. Leggere la musica è come leggere in un altro alfabeto (al pari di russo o cinese) in cui linee, punti e pochi altri simboli combinati insieme forniscono precise indicazioni su ritmo, altezza, durata, velocità, carattere e tecnica musicale.
La musica, inoltre, possiede frasi, sintagmi e parole (i motivi) che si combinano in un “discorso” attraverso un vero e proprio sistema sintattico. Apprendere la musica significa migliorare anche l’apprendimento dei concetti propri del linguaggio e le sue specifiche competenze.

Potenzia lo sviluppo cognitivo
Studiare musica, sviluppa il ragionamento logico-matematico e struttura le mappe mentali. Già dalle prime lezioni, assimilando i concetti base della musica, la matematica e la logica diventano fondamentali per comprendere e interpretare il ritmo. Con la musica si impara anche a sviluppare il pensiero multiplo: le note vanno suonate con durata, cadenza, intensità, ritmo e intenzione indicate in partitura così come, ad esempio, seguendo il direttore. Inoltre, aumenta la memoria, rendendo più facile e veloce i processi di memorizzazione, e permette di raggiungere livelli elevati di concentrazione.
Sviluppa la sensibilità artistica e la creatività
Abbiamo parlato molto di tecnica e di cognizione ma non possiamo tralasciare che la musica, prima di tutto, è Arte. In quanto tale, sviluppa il pensiero creativo attraverso la sperimentazione, canalizza l’esteriorizzazione dei sentimenti e sviluppa la sensibilità artistica ed estetica.
Necessita di capacità di ascolto e riflessione
Per padroneggiare correttamente uno strumento musicale (o la propria voce, nel caso del canto) bisogna ascoltare ciò che si sta suonando, analizzandosi e correggendosi se necessario. Con il passare del tempo, l’abitudine di ascoltarsi va al di là del semplice strumento, trasformandosi in un prezioso mezzo di analisi e riflessione personale.
Promuove empatia e abilità sociali
Oltre ad ascoltare sé stessi, per poter suonare in gruppo è indispensabile imparare ad ascoltare gli altri (si pensi al suonare in un’orchestra, così come in duo, in quartetto o in ensemble). Attraverso l’affinamento di queste dinamiche, la musica promuove lo sviluppo dell’empatia e delle abilità sociali necessarie per relazionarsi con gli altri. Migliora la capacità di comunicazione interpersonale e attraverso le attività di gruppo promuove l’armonia sociale e la cooperazione verso un obiettivo comune.
Insegna disciplina e responsabilità
Sappiamo tutti che suonare bene uno strumento non è affatto un’attività facile, né immediata. Anzi, richiede un lavoro costante, notevole forza di volontà, pazienza e perseveranza: proprio quei valori che il mondo accelerato in cui viviamo sta dimenticando. Studiare musica significa usare metodo e disciplina per raggiungere obiettivi non semplici ma di grande gratificazione. Inoltre, ogni allievo sviluppa verso il proprio strumento un senso di responsabilità: gli strumenti musicali, infatti, richiedono una certa attenzione nel loro uso e nella manutenzione e toccherà all’allievo imparare a prendersi cura di essi.
Migliora l’autostima e promuove la crescita personale
I piccoli miglioramenti che si sperimenteranno giorno dopo giorno nello studio della musica saranno una fonte di soddisfazione che gratificherà tutti gli sforzi messi in atto. Con l’aumentare del controllo sullo strumento, aumenterà anche la motivazione e, con essa, la spinta a perfezionarsi. Con il passare degli anni si potrà puntare più in alto e scoprire che ne è valsa la pena e che tutto è avvenuto grazie a sé stessi. Suonare in pubblico permette di affrontare le proprie paure e combattere l’ansia da prestazione. Inoltre, aiuta i bambini a esprimere canali inespressi o emozioni negative in modo positivo.
Niente sviluppa la personalità come fa la musica
Cosa vuol dire suonare uno strumento? Anche il brano più semplice richiede un coinvolgimento intellettuale, delle abilità motorie specifiche, un interessamento emotivo e un alto grado di percezione sensoriale. La coordinazione delle mani e delle dita sulle corde, sulla tastiera, sulle chiavi, sui pistoni, richiede notevoli abilità motorie e una forte potenzialità di immaginazione spaziale. La lettura del pentagramma richiede l’elaborazione veloce e simultanea di informazioni molto concentrate. La musica richiede un modello di pensiero astratto e complesso, oltre a un grande sviluppo della memoria.

QUINDI INIZIAMO A “FARE MUSICA”!!!

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