#lapiramidedelcaffè LAB XIII#lapiramidedelcaffè LAB XIII

di Elisa Lucchesi

Omnia vincit amor

#lapiramidedelcaffè, progetto di lettura in classe in collaborazione con Nicola Lecca, per gentile concessione di Mondadori Editore, ha finalmente un vincitore:

Francesca Santi https://twitter.com/FrancyBP

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Vediamo la classifica complessiva, con i profili Twitter dei giovani recensori e  i link ai  profili Anobii dove è possibile leggere i lavori, impreziositi dai giudizi dell’Autore:

IV classificate ex aequo: Chiara Bugelli, Alice Colombini.

Chiara Bugelli (++++)

Chiara Bugelli: https://twitter.com/chiarabugelli

Account anobii: http://t.co/YrFUaN6Ngp

Alice Colombini (++++)

Alice Colombini: https://twitter.com/Eeciilaa

Account anobii: http://t.co/o2VZrW612O

III classificata: Gloria Ceccarelli (++++/+++++)

Gloria Ceccarelli: https://twitter.com/1414glory

Acount anobii: http://t.co/0bFiGTnRyh

II classificato: Cosimo Santalmasi (+++++).

Cosimo Santalmasi: https://twitter.com/CosimoSantalmas

Account Anobii: http://www.anobii.com/cosimosantalmas/books

I classificata: Francesca Santi (+++++).

Francesca Santi: https://twitter.com/FrancyBP

Account anobii: http://t.co/a875H13zat

Da sinistra: Giovanni Albergucci, Benedetta Giampietri, Matteo Bizzarri, Francesca Santi.

Da sinistra: Giovanni Albergucci, Benedetta Giampietri, Matteo Bizzarri, Francesca Santi.

A breve, #unblogdiclasse pubblicherà un post in cui gli studenti risponderanno ai giudizi di Nicola Lecca con un testo di commento.

L’Autore stesso ha chiesto di interagire con i suoi giovani lettori, fornendo in questo modo un esempio di ‘buona’ scuola 2.0.

Ricordiamo inoltre che Nicola Lecca risponderà a domande e curiosità dei ragazzi che hanno partecipato a #lapiramidedelcaffè in un’intervista Twitter in diretta, la cui data – prevista per la fine di Maggio  – sarà tempestivamente comunicata.

Ed ecco la recensione di Francesca Santi, vincitrice de #lapiramidedelcaffè, progetto di lettura in classe di Elisa Lucchesi in collaborazione con Nicola Lecca, per gentile concessione di Mondadori Editore, da uno spunto de “Il Sole 24 Ore – Domenica“.

Dottore, che sintomi ha la felicità?                                                      Francesca Santi
Le tre P di Nicola Lecca: purezza, passione e precisione.

Come a ogni bambino ospite dell’orfanotrofio di Landor (un villaggio al confine tra Austria e Ungheria) anche a Imi è stata attribuita come data di compleanno il giorno in cui è stato abbandonato. Egli, infatti, ha vissuto proprio in quel luogo per diciotto anni, prima di trasferirsi a Londra. Qui, grazie all’aiuto di Lynne, padrona di casa nonché insegnante di tango, riesce a superare con ottimi risultati un colloquio di lavoro presso la Proper Coffee,  celebre catena di caffetterie nel Regno Unito, e viene assunto come assistente generale. Il suo pensiero rimane, comunque, costantemente legato a Landor e alle persone della sua infanzia tra cui le tante neni e i piccoli amici orfani.
Londra, la cui descrizione ricorda la città-ragnatela di Calvino, lo affascina e lo fa sentire “accolto” tanto da portarlo ad affrontare il nuovo lavoro con serenità e a dare il meglio di sé. Questo, però, non è ciò che la Proper Coffee si aspetta dai suoi impiegati, imponendo, a questo proposito, che nessuno emerga sui colleghi pur di attenersi alle regole elencate dal rigido “manuale del caffè”.
L’eccellenza lavorativa di Imi, dunque, non sarà premiata: e  anzi diverrà motivo del suo licenziamento da parte di Andrew e Victoria, i due responsabili della caffetteria di Embankment.
La scrittrice Margaret Marshall, premio Nobel per la letteratura, viene a sapere della vicenda grazie a Morgan, un suo conoscente commesso in una libreria, e prende subito a cuore la vicenda del giovane ragazzo ungherese tanto da volerlo aiutare.
Escogitando un piano, riuscirà a regalare a questa storia il lieto fine che merita.
Cristallino, puro e diretto è lo stile con cui Nicola Lecca racconta la storia di Imi, esortando il lettore a non aver paura di far emergere le proprie capacità, inseguendo i propri ideali e rifiutandosi di uniformarsi ad uno standard imposto. Ciò comporta certamente rischi e disagi che, nel romanzo, Imi riesce sempre ad affrontare a testa alta e senza timore. Lui non ha mai paura: perché è convinto che «la felicità non dipende tanto da quel che si possiede: ma dal sapersi rassegnare a ciò che non si ha», anche a costo di momentanee difficoltà.
La privazione degli eccessi e del superfluo imposta dall’infanzia trascorsa nell’orfanotrofio è diventata in realtà la più grande ricchezza di Imi: la stessa che gli ha insegnato a saper apprezzare l’essenziale senza scendere a falsi compromessi. I rischi derivanti devono essere affrontati affidandosi al proprio buonsenso e alla volontà, caratteristiche che a Imi sicuramente non mancano.
Tutto ciò, ovviamente, non era previsto dal “manuale di comportamento” imposto della Proper Coffee!
Nicola Lecca offre con la sua opera un’interessante riflessione sull’importanza della fiducia nel proprio “io”, ed è proprio per questo che la storia di Imi deve assolutamente essere conosciuta. Perché tutti noi, in fondo,  siamo orfani di qualcosa: anche se inconsapevolmente

N. Lecca, La piramide del caffè, Milano, Mondadori 2013, p.233


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